Lettera al Ministro della Pubblica Istruzione
Al Ministro della Pubblica Istruzione
Mariastella Gelmini
Ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca
Viale Trastevere, 76/a - 00153 ROMA
Signor Ministro,
la presente le arriverà con qualche ritardo ma, con una certa sorpresa, sul sito del Ministero non ho trovato nessun canale per tentare di comunicare con lei.
Le scrivo come Amministratore locale, ma soprattutto come cittadino, e anche, lo confesso, come lavoratore che avrebbe tanto voluto insegnare ma non è davvero riuscito a credere di potercela mai fare in questo sistema bloccato.
Le scrivo perché sono preoccupato per la scuola, la nostra, quella attuale e quella dei nostri figli.
E tra le tante (e son davvero tante) preoccupazioni che la scuola ci sta dando, da alcuni giorni c’è un nuovo dilemma che mi ronza nel cervello e davvero non riesco a contenere.
Signor ministro qui nei Comuni, alla periferia dell’impero, nella Politica fatta in trincea, tra la gente, si fa sempre più fatica.
I bisogni crescono e ai comuni voi togliete le risorse per rispondere a questi bisogni.
I cittadini ci rinfacciano i vostri privilegi e li comparano con le loro necessità disattese.
Oggi qui da noi c’è un’intera Comunità preoccupata per la sua scuola. A Velasca. Una frazione di circa 2000 abitanti che vedeva in questa il luogo del suo futuro e che già da quest’anno non ha più una classe prima. Per razionalizzare i costi, così tutti gli spiegano.
Poi un cittadino segue l’annosa vicenda della scuola di Adro, una zona che lei conosce bene e scopre che oggi in Italia ci son Comuni che possono gettare i soldi in decorazioni di pura propaganda e altri che faticano ad averli per comprare i banchi. Non solo, quei soldi si spenderanno due volte. Per mettere e per togliere centinaia di simboli inutili.
Mi dirà che hanno contribuito i privati alla costruzione di quella scuola. Le dirò che i soldi son sempre pubblici e che se quel comune ha la possibilità, magari mettendo in gioco la terra, che è di tutti, di trovar risorse ciò non significa che possa sprecarle.
Mi spiego meglio, o almeno ci provo. Quando si chiede ai cittadini di tirar la cinghia. Quando si chiudono classi, quando si costringono bambini a spostarsi di diversi chilometri per andare a scuola. Quando per risparmiare sulle spese dello Stato si producono aumenti di costi per il Comune (il trasporto per quei bambini lo garantiamo noi, naturalmente) almeno ci si aspetterebbe un po’ di decoro, un po’ di sobrietà. E che sia per tutti.
Ministro lei conosce la Lombardia e sembra essere molto vicina al Premier. Sono davvero troppe le differenze signor Ministro. Lei ricopre un ruolo chiave che parla al nostro futuro. Davvero non se ne può più di veder continuamente sprechi da un lato, virtuosi cornuti e mazziati dall’altro.
Don Milani diceva che non c’è niente di più sbagliato che far parti eguali tra diseguali. E’ sempre stato uno dei miei riferimenti.
Oggi voi fate di peggio: parti diseguali tra diseguali. Privilegi ai privilegiati, mazzate ai mazziati.
Io l’aspetto, qui a Vimercate, a pochi passi da Milano, Non dovrebbe essere difficile trovarci. Venga a toccare con mano.
Venga e ci parli del futuro che ha in mente. Qui noi continuiamo, e continueremo a costruirlo, il nostro, facendo sempre più fatica. Vorremmo almeno non essere presi per i fondelli.
Roberto Rampi
Vicesindaco del Comune di Vimercate