Macbeth è servito
Luca Redaelli interpreta Shakespeare.
Un inatteso legame tra i sapori lecchesi e le terre di Scozia
Il testo è di quelli assoluti. In cui ogni cosa è scritta. Destino. Potere. Ambizione. Sogni. L'intera natura umana.
Da subito colpisce un inatteso legame tra i sapori lecchesi e le terre di Scozia. Che diventa splendido nelle veggenti, uno dei punti forti dell'interpretazione.
Caricato quasi completamente sulle spalle di Luca Redaelli (con la sola spalla di non poco conto di Maurizio Aliffi alla chitarra, dal vivo, a dar man forte) l'interpretazione del Macbetto fila densa e e spumosa come una mousse al cioccolato fondente.
Il cuoco (di Salò) osserva gli avvenimenti come se la cucina fosse l'unica cosa davvero importante (e come dargli torto) "anche in un naufragio bisogna pur mangiare". È vero e al tempo stesso marionetta, pupo, folle shakespeariano. Lady Macbeth è una figura leggera, di un'altra dimensione, più una voce nella mente, un fantasma tanto quanto Banquo nella casseruola.
La cucina è inquietante, come ho sempre sospettato che fosse. Crudele. La banalità del male che ogni giorno è più volte al giorno taglia, lacera, ferisce, cuoce, brucia, disossa, affetta, spezza, tritura ... E trasforma.
Donne e uomini di ogni tempo, vecchi e bambini, sono ingredienti passeggeri per il menù di una sera o di una vita. Il Cuoco segue un menù , improvvisa, mischia tutto senza senso oppure gioca, come un bambino, e getta tutto nella spazzatura.
Vorrei, la rivista che vorrei, 14 Marzo 2016